RESPIRARE DI MENO

In India dicono che la vita di uno yogi non si misura in anni, ma in numero di respiri. 

Pensate a quanto la longevità delle specie animali sia spesso legata alla respirazione. I cani, frequentemente in affanno, vivono in media 13 anni, le tartarughe che hanno uno stile di vita lento e rilassato arrivano fino a 200 anni.

Nelle pratiche di Ayoga cerchiamo di respirare il meno possibile, lasciando che siano l’intelligenza naturale del copro ed il diaframma a dettare il ritmo e la quantità di aria che entra ed esce dalle narici.

Proviamo a pensare al respiro come al carburante della pratica e facciamo un paragone con un auto: 

sarà più efficiente un veicolo in grado di compiere grandi distanze con meno carburante possibile? O viceversa?


LESS IS MORE

Riuscire a controllare volontariamente il respiro in modo da entrare in uno stato di ipoventilazione (respirare meno del normale) ci fa ottenere ottimi benefici sul piano mentale, fisico e fisiologico.

Prendere grandi boccate d’aria non equivale ad assimilare più ossigeno. Fu scoperto nel 1904 (effetto Bohr) che il rilascio di molecole di ossigeno da parte dell’emoglobina, è maggiore in presenza di un’alta concentrazione di CO2.

Si pensa che l’anidride carbonica non sia benefica per il nostro organismo, quando in realtà è di fondamentale importanza per garantire un’ossigenazione ottimale delle cellule. Basti pensare che l’anidride carbonica è uno degli agenti vasodilatatori più potenti ed è in grado di migliorare notevolmente il flusso di sangue verso il cervello.

Spesso durante l’attività fisica si tende ad andare in iperventilazione (respirare più del necessario), per via dello sforzo e perché normalmente la soglia di tolleranza all’anidride carbonica è molto bassa. (verifica la tua tolleranza con il test di BOLT a fine pagina) Questa fame d’aria ci porta a consumare più energie e di conseguenza aumenta il desiderio di cibi altamente proteici e calorici. Respirare più del necessario è spesso causa di stress mentale e cambi di umore incontrollati. Inoltre la presenza massiccia di ossigeno nell’organismo porta il PH del sangue in uno stato alcalino che è spesso causa di rash cutanei.

Per ottenere i vantaggi in salute ed energie vitali, dobbiamo prima comprendere il respiro in tutte le sue parti.


IL RESPIRO

Si compone di 4 parti : inspiro, trattenuta dopo inspirazione, espiro, trattenuta dopo espirazione.

Ogni fase del respiro può essere migliorata con esercizi specifici

Inspirare nella maniera corretta può essere di grande aiuto per rendere la schiena più mobile ed aumentare i propri livelli di energia. Comprendere la respirazione yogica completa, che coinvolge prima l’addome e successivamente il petto, in modo da utilizzare il diaframma, consente di accedere alla parte del sistema nervoso utile per gestire situazioni stressanti in maniera rilassata.

Trattenere il respiro dopo l’inspirazione è fondamentale per iniziare a comprendere lo stato meditativo, dove il respiro è quasi impercettibile ed accade naturalmente. Inoltre questa tecnica consente a maggior ossigeno di viaggiare verso il cervello e di creare più energia grazie all’effetto Bohr.

Imparare ad espirare il più lentamente possibile ha un effetto calmante sul sistema nervoso e aiuta a prendere controllo del battito cardiaco, facendolo diminuire. Riuscire a svolgere attività fisica con un battito cardiaco controllato è sinonimo di benessere fisico. Grazie alle tecniche che consento di espirare lentamente si può inoltre migliorare la capacità di espansione della cassa toracica e la mobilità della schiena.

Trattenere il respiro dopo l’espirazione è la fase più complicata, ma anche quella che da i benefici più immediati. Una volta perfezionata questa tecnica si possono includere esercizi in grado di migliorare la funzionalità del sistema digerente e di ridurre la pressione degli organi interni.

RESPIRO NATURALE

Esiste un quinto tipo di respiro che accade durante lo stato meditativo, ovvero il respiro naturale, che ha le caratteristiche simili alle onde cerebrali quando la mente si trova in uno stato di calma ed equilibrio Yogaścittavṛttinirodhaḥ योगश्चित्तवृत्तिनिरोधः (Patanjali Yoga Sutra 1.2)

In questo momento la mente è immersa in uno stato di pace e beatitudine e il respiro è quasi impercettibile ed inudibile. L’essenza di questa “pratica” è di riuscire a respirare il meno possibile il più a lungo possibile, con il tempo questo ridurrà la necessità di ore di sonno e di ingerire cibi iper proteici e altamente processati, aumentando le energie e il desiderio di cibi più salutari.

Il respiro naturale accade nella fase più rigenerante del sonno, ma esiste un modo estremamente semplice per accedervi. Nel nostro corpo abbiamo12 ponti di connessione tra la mente conscia e la mente inconscia, ovvero 12 parti che possiamo rilassare o attivare volontariamente ed involontariamente. Una volta che attraversiamo consapevolmente queste parti del corpo, il rilassamento fisico è garantito ed il respiro naturale viene ristabilito. Questo è il primo requisito per accedere allo stato meditativo.

Prima di cercare di ottenere qualsiasi forma di controllo sul respiro, è importante riprendere familiarità con la sua forma più essenziale e primitiva.

I 12 ponti:

  1. Uretra

  2. Perineo

  3. Ano

  4. Connessione tra anche e dita dei piedi

  5. Diaframma

  6. Connessione tra spalle e dita delle mani

  7. Collo e gola

  8. Labbra

  9. Lingua

  10. Mascella

  11. Muscoli che muovono le palpebre

  12. Muscoli che muovono gli occhi

É SBAGLIATO RESPIRARE TROPPO?

Personalmente trovo che non ci sia nulla di male nel fare attività fisica che porta allo sforzo e all’iperventilazione. Il punto è capire cosa si cerca dalla pratica sul tappetino. Per quella che è la mia esperienza, ho trovato maggiori benefici nel ridurre la frequenza respiratoria e soprattutto il volume di aria, senza dover rinunciare al divertimento di esplorare posture in grado di aumentare forza, equilibrio e flessibilità. Al termine della pratica e soprattutto durante la giornata, mi sento più energico, meno affamato e la qualità del mio sonno è nettamente migliorata.

Nei grafici qui sopra è forse più facile comprendere quale espressione del respiro si identifica meglio con una delle definizioni di yoga più valide e conosciute.

 
 

TI SEMBRA IMPOSSIBILE RESPIRARE DI MENO? QUANTO SEI TOLLERANTE ALLA CO2?

TEST DI BOLT

Un buon modo per verificare la propria tolleranza alla CO2 è il test di BOLT:

-Mettiti in una posizione comoda e rilassati

-Inspira dal naso ed espira senza forzare fuori tutta l’aria

-Trattieni il fiato e conta quanti secondi passano prima di percepire la prima sensazione di fame d’aria

-Non è una gara di resistenza, sii sincero

Punteggio

1-10 secondi = tolleranza Bassa

10-20 secondi= tolleranza Media

20-30/35 secondi= tolleranza Ottima